Passa ai contenuti principali

ORTAGGI E FIORI NEI PIATTI: FRITTATA DI ZUCCHINE CON ROSE, YOGURT E PARMIGIANO

Le piogge di questi giorni rendono tristi le ore, così spente, umide e senza colore; consolazione e relax, malgrado qualche acciacco che si risveglia, li ritrovo in cucina, strologando e combinando gli ingredienti disponibili, di questi le uova sono quelle più versatili, che utilizzo in paste all'uovo ripiene come tortelloni e tortellini, nei maltagliati e tagliatelle, ma anche  per i passatelli...e nei dolci  come la "brazadela" semplice o ripiena di savòr!

Stamattina ho imbastito la frittata, mi faceva pena vedere attraverso i vetri della finestra della cucina le rose che piegavano le testine gonfie di pioggia, che le avrebbe macerate. così ho pensato di prenderne un paio per combinarle nella frittata!
Testo e imagini di ivanasetti

Ingredienti, a occhio!

1 cipolla ramata tritata
due zucchine verdi a dadini
sale, pepe, origano.un po' di prezzemolo tritato
olio evo
In paddella a fuoco dolce, coperto, fino a che non sono morbide
aggiungere anche due rose , lavate con acqua e limone e alcune foglie di menta tritate
 In una ciotola  grattugiare

3 cucchiai di parmigiano reggiano
2  cucchiai di pangrattato
2  cucchiaiate di yogurt naturale
sale, pepe,  e noce moscata
mescolare e rompervi dentro
4  uova fresche, di campagna le mie, e anche grosse


Versare nella crema ottenuta la verdura già tiepida, mescolare bene, si potrebbe anche mettere un pizzico di bicarbonato, se si aggiunge anche un cucchiaio di farina, ma stamattina ho dimenticato!
Friggere a fuoco basso il composto, in una padella larga, coperta, poi farla scivolare sul coperchio rovesciato, riappoggiare la padella capovolta sulla frittata e capovolgere con movimento deciso!
era ottima, anche per i ragazzi!
Licenza Creative Commons
This opera is licensed under a Creative Commons Attribuzione 3.0 Unported License.



Commenti

Post popolari in questo blog

BAMJE, OKRA; GOMBO ...un INCONTRO SERENO

Il G. ed io abbiamo fatto dopo anni ritorno alla casa di una coppia di amici, che purtroppo non ci sono più, erano molto più anziani di noi: Nella grande casa in mezzo al verde vive Roberta, la figlia minore...a lei dobbiamo portare il nostro saluto, ma anche le condoglianze per la morte prematura di sua sorella Luisa. Dolore e mestizia, ma il rievocare la nostra frequentazione per decenni della loro casa le ha addolcito quell'ora, distogliendola dal presente. Armando, il compagno rientrato dal lavoro, è  gentile e attento, lo vedevo qualche volta lì in casa, ma ora mi rendo conto quanto sia disponibile, premuroso... Dobbiamo venir via...ci accompagnano, e viene il discorso del cibo, e Armando ci presenta il suo orto, e non solo... Una striscia del parco è adibita ad orto, piante di pomodoro, sostenute da frasche di legno, melanzane violette e un quadrato di rigogliose foglie verde scuro, che mi ricordano l'ibisco e il malvone...questa pianta Armando voleva proprio mostra

Lo SCALDALETTO di una VOLTA

Antichi oggetti del contadino, in una casa colonica-museo della Bassa Modenese. Testo e immagini di ivanasetti Nelle case di campagna fino ad alcuni decenni fa non esisteva il riscaldamento dell'intera abitazione. La grande cucina aveva il camino e il fuoco scaldava solo questo ambiente o, al limite, la canna fumaria in muratura che attraversava in verticale le camera del piano superiore, dava una specie di tepore, che nelle ore delle notti invernali scemava man mano. Per togliere il crudo gelo alle lenzuola, nelle stanze da letto sempre fredde, si usava il "prete" che è il telaio di legno da infilare sotto le lenzuola e le coperte, entro il quale si appoggiava la "suora", lo scaldino colmo di braci, ma nascoste nella cenere, per non provocare rischio di incendio! C'era un"prete" per ogni letto e dopo cena si incaricava sempre qualcuno di portare la "suora" nei rispettivi letti! E nessuno voleva farlo, non era piacevole salir

La vecchia salsa da lesso del suocero

Anche se poi non raggiungo mai il risultato equivalente! Tanto per cominciare si usavano solo i prodotti dell'orto, che un tempo erano un po' scarsini. Si dovevano avere essenzialmente questi ortaggi: non i bei peperoni carnosi di oggi, ma i diavolicchi verdissimi e piccantissimi, le pastinache, così chiamavano le carote, le solite cipolle e il sedano verde, e tantissimo prezzemolo; la rifinitura era l'aceto agro fatto in casa, con i rabbocchi dei resti di vino! (Non dovrei dirlo, ma 'sto aceto a volte era solo acido!) Vi passo le immagini della mia versione, come prassi, si va ad occhio! Senz'altro non eccedo in prezzemolo, perché mi piace vedere il pot pourrit di colori, inoltre do un finale tocco di addensamento con farina che proprio non ci dovrebbe andare, perché importante era avere la parte oleosa ben separata dalle verdure, mentre la farina dà consistenza cremosa.